lunedì 1 dicembre 2008

Inno alla carità

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e possedessi la pienezza della fede così da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.

E se anche distribuissi tutti i miei beni,
e dessi il mio corpo per essere bruciato,
ma non avessi la carità,
niente mi gioverebbe.

La carità è paziente,
è benigna la carità;

non è invidiosa la carità, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia
ma si compiace della verità.

Tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine.

Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, e la scienza svanirà;
la nostra conoscenza è imperfetta,
e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto,
quello che è imperfetto scomparirà.

Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa;
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.

Queste dunque le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità;
ma di tutte più grande è la carità!

S. Paolo - Prima lettera ai Corinzi 13, 1-13