venerdì 30 marzo 2007

mercoledì 28 marzo 2007

M.G.C. - Manuale del giovane consapevole

(ad uso e consumo di chi lo vuole rispettare)

* Non bere Fanta. E’ sporca di sangue: negli anni 40 la Coca-Cola, in gravi crisi finanziarie, si fece commissionare dai nazisti una nuova bevanda. Creò così appositamente per il mercato tedesco la Fanta, la vendette ai nazisti e risollevò le sue sorti. Visto il successo commerciale la esportò in tutto il mondo negli anni successivi.

* Non fumare. Il fumo nuoce gravemente alla salute. Se sei fortunato provoca cattivo odore, tosse, dipendenza, maggiore fatica nell’affrontare attività fisiche, danni ai polmoni. Se non sei fortunato ti regala un bel cancro e ti toglie qualche anno di vita. Se sei il re degli sfigati ti uccide prima che tu possa accendere la prossima sigaretta. La causa principale di morte negli Stati Uniti è il fumo. Le industrie del tabacco sono le più grandi corporation assassine del pianeta. Le sigarette costano. Pagare soldi per uccidersi lentamente è da masochisti. I masochisti solitamente fanno una brutta fine.

* Evitare di uscire con l’automobile quando non è necessario. I gas di scarico delle auto sono tra i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. A medio raggio rendono irrespirabile l’aria di chi vive in città. A lungo raggio aumentano l’effetto serra che porterà nel giro di un tempo relativamente breve alla distruzione del nostro ecosistema. Esistono molti mezzi di trasporto meno inquinanti, e le piccole distanze si possono coprire a piedi senza troppa difficoltà. Inoltre camminare fa bene alla salute, poiché la mancanza di esercizio fisico provoca molti danni a lungo termine.

* Coprirsi gli occhi e tapparsi il naso quando si acquistano i prodotti delle grosse aziende sportive. Le scarpe da ginnastica con cui camminiamo sono state fatte in paesi sottosviluppati da persone povere pagate una miseria e sfruttate come schiavi. I profitti ricavati dalla vendita del prodotto arrivato nei negozi di tutto il mondo sono 100 volte superiori alla paga miserevole data agli sfruttati che il prodotto l’hanno fatto.

* Non comprare pellicce o qualsiasi indumento considerato esteticamente elegante ma ricavato dall’uccisione di animali. Personalmente trovo disgustose tutte le gran dame che sfoggiano sulle loro spalle la pelle di un essere (non più) vivente, fantasma di una carcassa reso cadavere dalla stupidità umana.

* Evitare di tenere un qualsiasi animale in gabbia. L’ovvia considerazione che non ci troveremmo a nostro agio nei suoi panni surclassa e distrugge la banalissima giustificazione che questi animali sono nati in gabbia e allevati per essere tenuti nelle nostre case. L’aggettivo domestico associato ad animale è un’invenzione umana creata per sopprimere il senso di colpa e d’innaturalezza che deriva dal limitare lo spazio e la libertà a creature viventi di qualsiasi specie.

* Non comprare più cibo del necessario. Acquistare alimenti che poi butteremo nella spazzatura dopo tre giorni perché andati a male non è solo uno spreco, ma un insulto a tutte le persone che quotidianamente muoiono di fame. Limitarsi a comprare lo stretto indispensabile, non farsi abbindolare dalle offerte 3+2 dei supermercati, essere parsimoniosi e attenti.


Concorso a premi:

compila il tuo personale Manuale e mandamelo come commento nel blog o al mio indirizzo e-mail. I migliori verranno pubblicati nei prossimi post.

Tra tutti i partecipanti verrà estratto a sorte un fortunato lettore che riceverà direttamente a casa e senza spese di spedizione i seguenti articoli:

Un piccolo martello per aprire la gabbia dell’animale che tenete rinchiuso e donargli la libertà.

Una mascherina antismog utile per le salubri passeggiate metropolitane del sabato sera.

Un paio di forbici per poter fare a pezzi le vostre pellicce e recapitarle alla più vicina discarica.

Il numero di conto corrente postale per poter mandare qualche euro a uno dei tanti bambini malnutriti del pianeta (da versare rigorosamente prima di consumare i pasti, così aumenta il vostro senso di colpa).

Un pacchetto di sigarette al cioccolato, come quelle per cui andavo pazzo da bambino (non provate a fumarle, non funziona!).

martedì 20 marzo 2007

Io reale, Io ideale e Dorian Gray

Dorian Gray è rimasto schiacciato dal conflitto da lui stesso creato, conflitto tra ciò che egli era veramente e ciò che avrebbe voluto essere. Il conflitto nato dalla dicotomia tra la percezione del suo Io, il suo volto sempre giovane, e il suo vero Io, il volto del dipinto, ha generato un vortice autodistruttivo che lo ha ucciso.
Noi facciamo la stessa cosa ogni giorno. Nel momento in cui ci creiamo una proiezione di ciò che vorremmo o dovremmo essere, creiamo il conflitto tra questa proiezione (mentale e dunque illusoria) e ciò che in realtà siamo. Il conflitto è destinato a crescere nel tempo, laddove ogni nostro sforzo è teso al raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati, e cioè il raggiungimento di quell’ideale cui aspiriamo.
Così nasce la paura, paura di non raggiungere l’obiettivo. E ci distacchiamo progressivamente dalla conoscenza di noi stessi, tutti presi dal desiderio di divenire qualcosa d’altro. Se smettessimo di pensare a chi dovremmo o vorremmo essere, cesserebbe il conflitto. Ritorneremmo ad essere semplicemente ciò che siamo, e accoglieremmo la sfida di comprendere noi stessi. Ma così non è, ci costruiamo modelli ideali a cui aderire. Il non raggiungere il modello ci provoca sofferenza, e se qualcuno ci fa notare che qualcosa non va in noi, il nostro Io la prende come un’offesa, perché noi crediamo di essere il nostro modello, che è sinonimo di perfezione, e non accettiamo di tornare alla dura realtà del nostro vero Io.


Io reale e Io ideale ci portano all’autodistruzione, esattamente come Dorian Gray. Siamo esseri scissi, incapaci di comprendere. Perché solo chi smette di cercare di divenire (qualcun altro) e incomincia ad essere (se stesso) può sperare di conoscere la stanza luminosa in fondo al tunnel dell’incomprensione.


giovedì 8 marzo 2007

Festa delle donne

Voyagers


Moi aussi

Comme les peintres

J’ai mes modèles


Un jour

et c’est déjà hier

sur la plate-forme de l’autobus

je regardais les femmes

qui descendaient la rue d’Amsterdam

Soudain à travers la vitre du bus

j’en découvris une

que je n’avais pas vue monter

Assise et seule elle semblait sourire

À l’instant même elle me plut énormément

mais au même instant

je m’aperçus que c’était la mienne

J’étais content.



Viaggi


Anch’io

come i pittori

possiedo i miei modelli


Un giorno

ed è già ieri

dalla piattaforma di un autobus

guardavo le donne

scendere per via Amsterdam

D’improvviso attraverso il vetro del tram

ne scoprii una

che non avevo veduto salire

Seduta e sola pareva sorridere

E subito mi piacque moltissimo

ma subito

m’accorsi che era mia moglie

Ne fui felice.

Jacques Prévert






sabato 3 marzo 2007

A ogni bimbo che nasce

Io sarò l’aurora della tua sapienza. Io sarò il tramonto della tua ignoranza. Appagherò la tua sete di conoscenza dissetando la tua bocca con parole di grazia. Inonderò gli aridi corsi della tua mente con onde di virtù e saggezza. Infonderò coraggio nel tuo cuore. Regolerò il tempo sincronizzandolo sui tuoi battiti. Quando aprirai una pagina respirerai l’aria del mattino. Sarò tuo compagno e guida. Guarderai con gli occhi delle mie parole. Udrai musiche in silenzio. Vedrai il mondo senza muoverti da casa. E nella mia casa - la libreria - tornerai, perché come un marinaio non può viver senza mare, tu non potrai fare a meno di me.

Firmato: Il libro