Stavano dietro le quinte. Nessuno conosceva i loro volti. Eppure, con il loro lavoro, sono entrati nelle nostre vite e ci hanno tenuto compagnia, per tanti anni. Una voce, quella di Claudio Capone. I corpi, quelli creati da Stan Winston. Vi dicono qualcosa i loro nomi? Probabilmente no.
sabato 28 giugno 2008
La voce e i corpi, lassù tra le stelle
martedì 24 giugno 2008
News dal mondo di Truman (5)
NEWS.
Secondo fonti attendibili, Vittorio Sgarbi ha partecipato a una trasmissione televisiva intervenendo su tutti gli argomenti discussi senza mai alzare il tono della voce. Anzi, quasi sussurrando le parole, a tal punto che il presentatore lo ha invitato a parlare un po’ più forte perché non si capiva quello che diceva. La registrazione del filmato è reperibile sui principali siti web di informazione.
Paris Hilton ha donato in beneficenza a un orfanotrofio del Maine metà del suo patrimonio. La notizia, rimbalzata su tutti i principali quotidiani del mondo, è stata resa nota dalla stessa ereditiera durante una conferenza stampa di presentazione del suo ultimo film. Voci di corridoio affermano che la diva abbia seriamente intenzione di cambiare stile di vita. Sembra che sia già in trattative per vendere la sua lussuosa villa con piscina e andare a vivere in un modesto appartamento nei sobborghi di Los Angeles.
giovedì 19 giugno 2008
Sulla strada di McCarthy
Un uomo e un bambino. Sulla strada. Dopo la fine del mondo. Un padre e un figlio. In una terra desolata. Camminano, per sopravvivere.
No.
Perché no?
Il bambino lo guardò e poi distolse lo sguardo.
Perché no?
Quelle storie non sono vere.
Non devono essere per forza vere. Sono storie.
Sì. Ma nelle storie aiutiamo sempre qualcuno, mentre in realtà non aiutiamo nessuno.
Perché non me la racconti tu una storia?
Non mi va.
Ok.
Non ho nessuna storia da raccontare.
Potresti raccontarmi una storia che parla di te.
Le sai già tutte le storie che parlano di me. C’eri anche tu.
Ma dentro di te hai delle storie che io non conosco.
Cioè, come i sogni?
Per esempio. O anche le cose a cui pensi.
Sì, ma le storie dovrebbero essere allegre.
Non per forza.
Tu racconti sempre storie allegre.
E tu non ne hai di storie allegre?
Assomigliano più alla vita reale.
Invece le mie storie no.
Le tue storie no. Infatti.
L’uomo lo fissò. La vita reale è molto brutta?
Secondo te?
Be’, io dico che siamo ancora qui. Sono successe un sacco di cose brutte ma siamo ancora qui.
Già.
A te non sembra una gran cosa.
Boh.
Cormac McCarthy, La strada
sabato 14 giugno 2008
La voce della montagna
Trapani elettrici. Martelli pneumatici. Chiacchiere. Il rimbombo sordo di un rotore. Pale di elicotteri. Clacson. Urla sommesse. Urla gridate. Motorini. Marmitte. Lo scarico dello sciacquone. Ascensori che salgono. Battistrada sull’asfalto. La metro che arriva. Il bus che va. Tv accese. Radio. Muri penetratri da chiodi. Il fuoco acceso dei fornelli. Lambrette. Tacchi a spillo sul pavimento. Mobili spostati. Telefonini che squillano. Telefonini che vibrano. Rumori. Caos. Lancette dell’orologio. Il citofono che gracchia. Pugni che bussano alla porta. Squilli di telefono. Campanelli. Campanacci. Campari stappati. Fuochi d’artificio. Botti. Pistole che sparano in televisione. Vasi che si rompono. Libri che cadono. Centrifuga. L’acqua che sbatte sulle stoviglie. Il frigo che si apre. Stridolii. Strepiti. Lampadine fulminate. Città. E poi…
martedì 10 giugno 2008
Italia-Olanda fantareale
venerdì 6 giugno 2008
Il derepressus caraibicus
Durante una ricerca sugli animali in via d’estinzione, mi sono imbattuto nel Derepressus caraibicus.
Trattasi di un pesce d’acqua marina, di medie dimensioni e di colore grigio nerastro, che vive nei Caraibi. Il Derepressus è chiamato così per via del suo stato d’umore tendente alla malinconia. Statisticamente ogni membro maschio della specie tenta il suicidio almeno tre volte nella sua breve vita. Gli esperti attribuiscono il fenomeno alla crescente diminuzione di esemplari femmina, che costringono i maschi a faticose e spesso infruttuose performance nella stagione degli accoppiamenti. Durante il corteggiamento, il maschio del Derepressus gira su se stesso con piroette acrobatiche e movimenti frenetici delle pinne. Generalmente, chi riesce a rimanere in movimento più a lungo conquista la femmina. Gli altri rimangono soli, stremati e con un gran mal di testa.
Nell’ultimo decennio i tentativi di suicidio si sono decuplicati. La tecnica più diffusa è lo spiaggiamento volontario: facendo leva sulla sua straordinaria capacità di nuoto, il pesce si avvicina alle spiagge caraibiche e poi, con un balzo poderoso, schizza fuori dall’acqua lanciandosi verso la spiaggia. A contatto con l’aria, il Derepressus caraibicus si gonfia istantaneamente fino ad assumere l’aspetto di un pallone. Una volta atterrato sulla sabbia, rimbalza tre-quattro volte prima di fermarsi. Poi aspetta che subentri la morte per asfissia. Tuttavia, nella stagione estiva, i bambini che giocano sulla spiaggia lo scambiano per una palla e lo colpiscono, rigettandolo in mare. Ecco perché il 90 % dei tentativi non va a buon fine.