ECCO IL MIO SEGRETO. E' MOLTO SEMPLICE: NON SI VEDE BENE CHE COL CUORE. L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI.
(A. De Saint-Exupéry, Il piccolo principe)
Il mio nome terrestre è Giulio Catanzaro.
Sono venuto al mondo la vigilia di Natale dell’anno in cui Dino Zoff ha alzato al cielo la coppa del mondo di calcio nella terra di Don Chisciotte e Calderon de la Barca.
Lascerò queste vesti mortali in una data imprecisata tra domani e l’infinito.
Non posso dire altro su di me, niente che possa illuminarvi su ciò che sono. E d’altra parte, chi sono io? Se avete una risposta da darmi, la accoglierò come la spiaggia accoglie l’alta marea quando ha sete. Fino a quel momento, mi rifarò alle parole di Peter Handke, gemme scintillanti che irradiano “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders:
“Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande: perché io sono io? E perché non sei tu? Perché sono qui? E perché non sono lì? Quando comincia il tempo? E dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole è forse solo un sogno? Non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro? C’è veramente il male, e gente veramente cattiva? Come può essere che io che sono io non c’ero prima di diventare? E che un giorno io che sono io non sarò più quello che sono?”
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