giovedì 3 aprile 2008

Non abbiate paura

La sera del 2 aprile 2005 ero a cena con amici, quando ci ha raggiunto la notizia della morte di Giovanni Paolo II. Non arrivò inaspettata, perché il nostro caro Papa era malato da tempo, ma fu come un colpo di frusta. Il giorno dopo mancava qualcosa. Sentivi nell’aria un sapore diverso, come se si fosse creato un vuoto, un piccolo forellino in una parete di granito. La sua assenza pesava già, come l’assenza di una persona cara a cui hai voluto bene, qualcuno che ti ha guidato con amore, indicandoti la strada. Allora, a prevalere, era il grido di dolore di un’intera generazione che era cresciuta con quest’uomo straordinario, paladino della fede e della speranza. Un uomo che ha abbracciato la croce fino all’ultimo, e per cui, in quei tristi giorni, avevo scritto questa poesia:

Il Papa è morto,
il mio Papa è morto,

che gli uomini del mondo smettano di urlare.

Non voglio che abbassino la voce,

voglio che facciano silenzio,

perché in questa silenziosa sospensione

solo il mio grido di dolore

dall'universo possa essere accolto;

che si oda in fondo alle valli del peccato

che sorvoli i capi chini dei fedeli in preghiera

che scuota i monti con terribili echi

che baci i volti dalle lacrime rigati.

E quando il mio dolore non avrà più voce

che tutti continuino a fare silenzio

per consentirmi di varcare l'invisibile soglia

di quella porta che Lui mi ha spalancato,

dove il mio furente grido è un dolce sussurrare

con tremore al vento la parola speranza.

Ma oggi, superato il dolore della perdita, cosa rimane di Karol Wojtyla nei cuori di chi ha ascoltato la sua voce? Rimane quella frase, pronunciata molte volte, ripetuta come un mantra, presente nel Vangelo… “Non abbiate paura!” Ed io me la ripeto, ogni volta che tremo di fronte all’ignoto che mi si pone innanzi, ogni volta che no so dove andare, e sento la sua voce gridare alla folla: “Non abbiate paura!”

Non abbiate paura degli uomini, non abbiate paura di affrontare nuovi problemi, non abbiate paura di quello che non capite e di ciò che non conoscete, non abbiate paura di chi vi può comandare, non abbiate paura di chi vi fa del male, non abbiate paura della solitudine, non abbiate paura di chi non vi capisce, non abbiate paura di affrontare un cambiamento, non abbiate paura d’amare, non abbiate paura dell’imprevedibilità, non abbiate paura delle deviazioni, non abbiate paura del dolore, non abbiate paura della morte.

Lui ci aspetta là, nella casa del Padre, col sorriso di sempre.

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