venerdì 6 giugno 2008

Il derepressus caraibicus

Durante una ricerca sugli animali in via d’estinzione, mi sono imbattuto nel Derepressus caraibicus.
Trattasi di un pesce d’acqua marina, di medie dimensioni e di colore grigio nerastro, che vive nei Caraibi. Il Derepressus è chiamato così per via del suo stato d’umore tendente alla malinconia. Statisticamente ogni membro maschio della specie tenta il suicidio almeno tre volte nella sua breve vita. Gli esperti attribuiscono il fenomeno alla crescente diminuzione di esemplari femmina, che costringono i maschi a faticose e spesso infruttuose performance nella stagione degli accoppiamenti. Durante il corteggiamento, il maschio del Derepressus gira su se stesso con piroette acrobatiche e movimenti frenetici delle pinne. Generalmente, chi riesce a rimanere in movimento più a lungo conquista la femmina. Gli altri rimangono soli, stremati e con un gran mal di testa.
Nell’ultimo decennio i tentativi di suicidio si sono decuplicati. La tecnica più diffusa è lo spiaggiamento volontario: facendo leva sulla sua straordinaria capacità di nuoto, il pesce si avvicina alle spiagge caraibiche e poi, con un balzo poderoso, schizza fuori dall’acqua lanciandosi verso la spiaggia. A contatto con l’aria, il Derepressus caraibicus si gonfia istantaneamente fino ad assumere l’aspetto di un pallone. Una volta atterrato sulla sabbia, rimbalza tre-quattro volte prima di fermarsi. Poi aspetta che subentri la morte per asfissia. Tuttavia, nella stagione estiva, i bambini che giocano sulla spiaggia lo scambiano per una palla e lo colpiscono, rigettandolo in mare. Ecco perché il 90 % dei tentativi non va a buon fine.

Nessun commento: