mercoledì 5 novembre 2008

Yes, we can

“Se c'è qualcuno là fuori che ha ancora dei dubbi sul fatto che l'America sia un posto in cui tutto è possibile, che dubita che il sogno dei nostri padri fondatori sia ancora vivo, che si interroga sul potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto una risposta.
È la risposta di giovani e anziani, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, bianchi e neri, ispanici e asiatici, gay e eterosessuali, disabili e non… Gli americani hanno lanciato un messaggio al mondo: non siamo mai stati soltanto un insieme di individui o un insieme di stati blu e di stati rossi. Siamo e saremo sempre gli Stati Uniti d'America…

Diamo vita a un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, dove ciascuno di noi si impegna a lavorare di più, e occuparsi non soltanto di noi ma anche del prossimo… In questo paese noi cadiamo e risorgiamo come una sola nazione, un unico popolo. Dobbiamo resistere alla tentazione di tornare alle divisioni e all’immaturità che hanno avvelenato la nostra politica per tanto tempo…

Queste elezioni hanno avuto già molti primati e molte storie che saranno raccontate per generazioni, ma una che mi viene in mente questa sera parla di una donna che ha votato ad Atlanta. Come milioni di altri si è messa in fila per far sentire la sua voce in queste elezioni, con una differenza: Ann Nixon Cooper ha 106 anni.
È nata appena una generazione dopo la schiavitù, nel periodo in cui non c'erano macchine per le strade o aeroplani nel cielo; quando qualcuno come lei non poteva votare per due motivi - perché era una donna e per il colore della sua pelle. E quest'anno, in queste elezioni, lei ha toccato con il dito lo schermo, e ha votato, perché dopo 106 anni in America, attraversando i momenti migliori e le ore più buie, lei sa come l'America può cambiare…

Non ho mai avuto tanta speranza come questa sera qui con voi… E’ stato un percorso lungo. Ma questa notte, per quello che abbiamo fatto in questi giorni, in queste elezioni e in questo momento di definizione della nostra storia, il cambiamento è arrivato in America…

Anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide di domani saranno le più grandi della nostra vita: due guerre, un mondo in pericolo, la peggior crisi finanziaria del secolo… La strada di fronte a noi è lunga, la scalata è ardua. Questo percorso non lo compiremo in un anno o in un mandato presidenziale, ma ce la faremo. Io vi prometto che insieme ce la faremo.

Sì, noi possiamo (Yes, we can).

Siamo arrivati fin qui. Abbiamo visto così tanto, ma c’è ancora molto da fare. Questa notte dobbiamo chiederci: se i nostri bambini vivranno abbastanza per vedere il prossimo secolo, se le mie figlie saranno così fortunate da vivere più di 100 anni, quali cambiamenti vedranno? Quali progressi avremo fatto? Adesso possiamo rispondere a questa domanda.
E’ il nostro momento. E’ il nostro tempo. E’ ora di ridare un lavoro alla gente, aprire le porte delle opportunità ai nostri ragazzi, ristabilire la prosperità e promuovere la pace. Far rivivere il sogno americano e riaffermare una grande verità: che, sebbene tanti, noi siamo uno solo. Che mentre respiriamo, speriamo. E quando ci scontriamo con il cinismo e i dubbi di quelli che ci dicono che non possiamo, risponderemo con quella infinita speranza che unisce lo spirito di un popolo:

Sì, noi possiamo (Yes, we can).

Grazie. Dio vi benedica e Dio benedica gli Stati Uniti d'America.”

Barack Obama, 44° presidente degli Stati Uniti d’America

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