domenica 13 maggio 2007

Identità

Stamattina mi sono svegliato nei panni di un’altra persona. Ho aperto gli occhi e ho appreso di essere Giulio Catanzaro. Questo tizio non lo conosco e non l’ho mai sentito nominare. Mi aggiravo in pigiama per una casa straniera ma dall’aspetto familiare. Cercavo di ricordare, ma invano.
Ho portato il mio volto a specchiarsi. Lo specchio sembrava vero, sincero nella sua immobilità. Ho guardato a lungo quel volto. Ho visto quei capelli biondi, quelle guance chiare, quegli occhi verdi, quelle labbra silenziose. Ho fissato quello sguardo, ma davanti a me c’era un estraneo.
Ho notato la presenza di un piccolo neo sul polso sinistro. Poi mi sono tolto un orologio che non mi apparteneva, e infine ho camminato, avanti e indietro, nel corridoio, nella speranza di riconoscere i miei passi.
Tutto, dalla mia carta d’identità ai libri sottolineati con una matita delicata, dalle fotografie ingiallite al comodino su cui si ergeva Il profeta di Gibran, parlava di me e certificava che io ero io e nessun altro.
Eppure ancora adesso continuo a non riconoscermi. Chi sarà mai questo Giulio Catanzaro di cui indosso il corpo? Un giorno forse mi addormenterò, e al mio risveglio avrò risposta.

Nessun commento: