sabato 10 febbraio 2007

Attrazione e repulsione

Provo attrazione e repulsione nei confronti della gente. Amo le persone, ma le temo. Forse temo che mi deludano, che si dimostrino inferiori. Inferiori a me? No. Inferiori all’idea che io ho di loro, al mio pensiero riguardo a ciò che dovrebbero essere. Un uomo dovrebbe essere comprensivo; perciò quando si dimostra intollerante mi delude. Un uomo dovrebbe essere intelligente; perciò quando si rivela ignorante mi delude. Una donna dovrebbe essere dolce, non cinica. Un bambino dovrebbe essere educato, non sgarbato. Un vecchio dovrebbe essere saggio, non superficiale. E così via, la gente non fa che deludere le mie aspettative. Io mi aspetto sempre il meglio, ma alla fine è il peggio ad uscire. Così evito il contatto, ma questo distacco mi mette nella posizione del giudice, mi costringe a giudicare. E siccome il giudizio su una persona non dovrebbe competere a me, che dovrei limitarmi ad amare, ecco che questa situazione mi porta ad essere ciò che non dovrei essere, e a fare ciò che non dovrei fare. E mi ritrovo a guardarmi allo specchio e scoprirmi ipocrita, io che mi credevo integerrimo. E lo scoprire tale verità mi delude; dunque anche da me stesso sono stato deluso. Questa scoperta dovrebbe indurmi al distacco finanche da me stesso, ma da me stesso non riesco a distaccarmi. Perciò immagino che dovrò convivere con me fino alla fine dei miei giorni. E così sia.

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