mercoledì 7 febbraio 2007

Cronache dal pianeta Terra: Scrivi Legge e leggi Far West

Arial viene da me e mi sbatte in faccia un giornale.
Io lo guardo e gli rammento che questo quotidiano è vecchio di quasi un anno. Lui dice che non importa, l’ha trovato in soffitta e l’ha letto.
C’è un articolo che riguarda la nuova legge sulla legittima difesa approvata dal Parlamento italiano. La legge, sostanzialmente, dice:

Chi, trovandosi in casa propria o nel luogo di lavoro, si sente aggredito o minacciato, o crede minacciati e aggrediti i beni che gli appartengono, può reagire come crede, utilizzando le armi legittimamente detenute ed anche uccidendo, perché la sua reazione sarà sempre considerata proporzionata.

ARIAL. Prima di entrare nel merito della questione, vorrei che tu mi chiarissi un punto.

IO. Chiedimi pure.

ARIAL. Che significa “armi legittimamente detenute”?

IO. Mi sembra evidente. Per detenere legittimamente un’arma devi avere il porto d’armi.

ARIAL. E a chi viene dato il porto d’armi?

IO. Be’, non saprei esattamente quali siano i criteri...

ARIAL. Viene dato a gente intellettualmente superiore?

IO. No.

ARIAL. Viene dato a chi vive costantemente sotto minaccia?

IO. No.

ARIAL. Viene dato a chiunque?

IO. Più o meno, sì.

ARIAL. E vendere armi a qualcuno è legittimo?

IO. Se ha il porto d’armi, sì.

ARIAL. Ma le armi vengono usate per fare del male?

IO. Di certo una pallottola non ti fa bene.

ARIAL. E chi vende le armi lo sa?

IO. Sì.

ARIAL. Ed è legittimo, per chi ha il porto d’armi, tenere in casa uno strumento che fa del male?

IO. Esattamente.

ARIAL. Non è mio costume offendere il modo di vivere degli altri abitanti dell’universo, ma mi pare che il concetto di Bene e Male di voi terrestri sia alquanto incasinato. Nel mio pianeta compiere il bene è giusto e compiere il male è sbagliato. Ed è proibito vendere o acquistare strumenti il cui unico fine è fare del male.

IO. Ma un’arma può servire anche per difendersi.

ARIAL. Cosa intendi per “difendersi”?

IO. Intendo che se qualcuno mi minaccia con un’arma che “fa del male” io ho il diritto di difendermi con un’altra arma.

ARIAL. E chi gliel’ha data l’arma a chi ti vuole fare del male?

IO. Non importa. Lui ce l’ha, e se io non gli sparo lui sparerà a me.

ARIAL. Quindi il tuo concetto di “difesa” equivale a sparare, dunque a fare del male.

IO. Ma io non faccio del male perché voglio fare del male. Io faccio del male per difendermi.

ARIAL. I miei amici di Alpha Centauri me l’avevano detto che voi umani siete complicati. Cercate sempre di confondere ciò che è semplice. Nel mio pianeta chi fa del male sbaglia, a prescindere dal motivo per cui lo fa.

IO. Qui le cose sono più complicate, in effetti.

ARIAL. Comincio a capire. Ma quello che ho letto della legge che mi ha sconvolto non è il fatto che lo Stato dia il diritto al cittadino di difendere la propria vita uccidendo, ma che gli dia il diritto di difendere “i propri beni” uccidendo.

IO. Se qualcuno cerca di portarmi via i miei beni, il frutto di tanti sacrifici, devo forse stare a guardare senza fare niente?

ARIAL. C’è una bella differenza tra il “non fare niente” e il “prendere un’arma e sparare”.

IO. A volte si è costretti a usare la forza.

ARIAL. Ora che mi viene in mente, non era un terrestre quel tipo... come si chiama... quello che predicava l’amore e la non violenza?

IO. Chi, Gesù?

ARIAL. Sì, c’era anche lui, ma io dicevo l’altro...

IO. Gandhi?

ARIAL. Sì, credo che fosse proprio lui.

IO. Ma Gandhi era un grande uomo. Era diverso, speciale.

ARIAL. E cosa aveva di diverso da te? Cosa ti impedisce di essere come lui? Non aveva forse due occhi come te, e due orecchie come te, e una bocca come te, e un cuore come te, e una coscienza come te? Non aveva forse gli stessi pensieri che puoi avere tu, e le stesse paure, e gli stessi sogni?

IO. Non so.

ARIAL. Ascolta. Questa legge dice che è legittimo, e dunque giusto, uccidere un uomo che ha cercato di rubare i tuoi beni. La legge dice che un bene materiale, un oggetto inanimato, che sia un posacenere o una banconota da cento euro, vale più della vita di una persona. E’ spaventoso!

IO. Io non credo che la legge voglia dire proprio questo.

ARIAL. La legge parla di beni aggrediti o minacciati. Ti immagini la scena? Un uomo mi entra in casa, aggredisce il mio impianto stereo e minaccia la lavastoviglie. E io che faccio? Prendo la mia arma legittimamente detenuta e reagisco come credo, cioè gli sparo, uccidendolo! E la legge è dalla mia parte.

IO. Messa in questi termini sembra ripugnante.

ARIAL. E’ ripugnante! La vostra società dei consumi e il vostro ridicolo senso della proprietà privata ha elevato ciò che possedete a valore assoluto, relegando ciò che siete al secondo posto. Vi identificate con quello che guadagnate e che comprate, e quando qualcuno minaccia queste vostre conquiste è come se minacciasse voi stessi. E così, sentendovi minacciati, vi arrogate il diritto di reagire. Vi arrogate il diritto di uccidere, e camuffate il male che fate sotto l’ipocrisia delle vostre leggi.

IO. Non so che dire.

ARIAL. Non dire niente. Limitati a vergognarti. Vergognati del mondo in cui vivi. Vergognati di chi ti dice che hai il diritto di uccidere, e che fare del male può essere considerato una reazione proporzionata. Quando morirai, i tuoi cari e preziosi beni, per difendere i quali hai sparato, ferito, ucciso un altro uomo, saranno polvere, aria, nulla. Tu avrai sparato, ferito, ucciso per nulla. E la legge della tua coscienza sarà molto più severa con te di quanto non lo siano le leggi umani.


Cronache dal pianeta Terra

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