mercoledì 27 giugno 2007

Giornate apocalittiche

Lunedì 25 giugno 2007. Mi alzo dopo una notte insonne passata ad agitarmi nel letto cercando di sconfiggere il caldo. Apro il balcone sperando di trovare un po’ di refrigerio, e vengo letteralmente assalito da un’ondata di calore inverosimile. Uno scirocco incredibile stringe nella morsa l’intera città. Riesco a stare fuori solo una manciata di secondi: mi arrivano in faccia vampate di fuoco che mi tolgono il respiro. Qui ce ne intendiamo di scirocchi, ma una cosa del genere non l’avevo mai vista. Respirare fuori è praticamente impossibile, il vento caldissimo mi impedisce pure di pensare. Mi pare di prendere a fuoco, e mi sento come Ghost Rider, con il corpo circondato dalle fiamme. Torno dentro e chiudo il balcone. Tutta la casa è chiusa, sigillata, per non fare entrare il caldo africano. Ma ben presto le stanze si trasformano in camere di tortura. Non ho condizionatori d’aria, il ventilatore smuove solo aria calda, sono spacciato. Se esco fuori muoio sul colpo, se rimango dentro muoio lentamente prima del tramonto.
In teoria di questi tempi dovrei trovarmi nella casa di campagna, dove c’è più fresco, ma al momento sono impossibilitato a trasferirmi. La zona è infatti stata presa d’assalto da un numero imprecisato di zanzare tigre, e occorre fare la disinfestazione. Inoltre, un incendio ha semidistrutto parte dei tubi che portavano l’acqua alla casa, e quindi là starei senza acqua. E stare senza acqua con questo caldo equivale a un suicidio. Perciò rimango qui, per il momento.
Mi affaccio alla finestra della cucina e vedo il monte San Calogero avvolto dalle fiamme. Per la verità le fiamme non si vedono, ma si vede il fumo. In almeno una decina di zone fumi densi e grigi si innalzano, sospinti dal vento. Per tutta la mattinata un canadair fa avanti e indietro tra il mare (dove prende l’acqua) e il monte (dove la getta sopra gli incendi). Io assisto alla scena - che si ripete infinite volte – passando da una finestra all’altra. Ma lo scirocco prosegue, e gli incendi non si spengono.
Dopo aver superato indenne la mattina, mi appresto ad affrontare il pomeriggio, pensando che peggio di così non possa andare. Ma ben presto mi accorgo che può sempre andare peggio, allorché, intorno alle cinque del pomeriggio, se ne va la luce. Ora, non so dove sia andata (forse a fare un pic-nic in Groenlandia), fatto sta che l’intero palazzo, anzi l’intero quartiere, è privo di elettricità. Io non mi preoccupo più di tanto. C’è ancora la luce solare: posso leggere un libro, studiare e scrivere sul computer portatile. Inoltre sono convinto che entro un’oretta al massimo il problema verrà risolto.
Due ore dopo, alle 19, comincio a ricredermi. La luce manca ancora e, come se non bastasse, la batteria del portatile si è scaricata e sono costretto a spegnerlo. Inoltre, scalogna nera, mi accorgo che manca pure l’acqua (e sto sudando come uno svedese nel Sahara). L’idea che tutto il quartiere sia nelle mie stesse condizioni non mi consola per niente. Piuttosto comincio a maledire in sette lingue tutte le persone che hanno un condizionatore d’aria in casa, che lo usano giorno e notte anche quando non c’è bisogno (fregandosene dell’inquinamento ambientale), che per puro egoismo personale ogni anno provocano un sovraccarico della rete elettrica con conseguente black out generale, di cui pagano le conseguenze non solo loro ma anche tutte le buon’anime che condizionatori non ne hanno. Poi, sbollita la rabbia, penso che c’è ancora luce solare; perciò cerco di rilassarmi e sperare che risolavano al più presto il problema.
Quando, alle 20 e 35, il sole tramonta, comincio a farmi prendere dal panico. Sono bloccato in casa con le finestre chiuse senza poter scrivere al computer, guardare la televisione, ascoltare la radio (naturalmente tutte le batterie sono scariche…), sciacquarmi la faccia, a una temperatura media di 35 gradi all’ombra. E la luce solare ben presto sparirà, impedendomi così perfino di leggere!
Le notizie che arrivano dall’Enel sono sconfortanti. A causa di un grave guasto causato dal forte caldo e dal sovraccarico provocato dall’eccessivo consumo di energia, diverse zone della provincia sono al buio. E non si sa quando il problema verrà risolto!
Un’ora dopo sono immerso nel buio, e mi faccio strada per i corridoi di casa grazie alla luce lunare. I surgelati stanno inesorabilmente “morendo”, l’acqua del frigorifero pare che sia stata messa in forno per quanto è calda, gli incendi sul monte San Calogero ora sono visibili nella loro spaventosa vastità. Parlo al telefono con gente che è stata fuori, nell’inferno di questo lunedì di giugno, e mi racconta episodi allucinanti. Temperature che superano i 50°, gente che sviene per strada, ambulanze che si incrociano con camion dei pompieri che non sanno dove andare prima, automobili diventate prigioni di fuoco con le cinture talmente bollenti da non poter essere messe, persone rimaste chiuse nell’ascensore o costrette a farsi 11 piani a piedi per la mancanza di elettricità, ospedali aperti solo per le emergenze, case di campagna letteralmente distrutte da incendi spaventosi, boschi incendiati, gelaterie costrette a buttare gelati e dolci a causa del black out, semafori spenti con conseguente traffico in tilt e incidenti vari, donne costrette a togliersi gli orecchini perché diventati incandescenti…
Alle 21 e 30 io ceno al lume di una lampada a risparmio energetico alimentata da una batteria. Ogni tanto mi affaccio fuori per vedere se lo scirocco è passato ma ogni volta torno dentro deluso. Soltanto mezz’ora dopo, quando le speranze sono quasi svanite, torna l’elettricità. Fiat lux.
E io penso che mentre vivevo questa normale giornata apocalittica, in Antartide lastre di ghiaccio di decine di chilometri si staccavano dal continente per andare a sciogliersi alla deriva. E che quest’anno, dalle mie parti, l’inverno semplicemente non c’è stato. E che giornate come questa, che oggi sono l’eccezione, ben presto potrebbero diventare la regola. E che gente come George W. Bush continua a ripetere che i cambiamenti climatici non sono un problema urgente, e che è disposto a fare qualcosa a riguardo, forse, tra una decina d’anni. Tanto lui ha il condizionatore d’aria che tiene acceso ventiquattr’ore su ventiquattro e quando se ne va la luce usufruisce del gruppo elettrogeno, e se le coste dei continenti venissero sommerse dalle acque state certi che lui starebbe ben al sicuro in qualche residence a cinque stelle ben protetto. E così sia.

P.S. : Avrei dovuto mettere questo articolo sul blog ieri, martedì 26 giugno. Non l’ho potuto fare perché anche ieri è mancata l’energia elettrica. Se n’è andata la mattina ed è tornata alle 21 e 30 di sera! Intanto si contano, a causa dell’afa, 3 morti in Sicilia e 43 in Europa. E il monte San Calogero è letteralmente andato “in fumo”.


1 commento:

Anonimo ha detto...

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