giovedì 14 giugno 2007

Lettera di Paris Hilton

Ho ricevuto questa lettera ieri.
Per correttezza nei confronti dei lettori del blog mi è sembrato giusto pubblicarla.
Dopo averla letta capirete perché questo è probabilmente l’ultimo post del mio blog.

(Molto poco) caro sign. Catanzaro,
le scrivo questa lettera perché profondamente offesa dalle parole calunniose presenti nel suo post “Barbie l’ereditiera e le mie prigioni”.
Lei non ha alcun diritto di ironizzare sulle mie tristi vicende, di gettare fango sulla mia onorata carriera, di fare insinuazioni sul mio integerrimo comportamento.
Ma come si permette di paragonarmi a quella smorfiosa di Barbie? Quella sì che ha campato una vita senza fare niente! Certo, poi le hanno fatto il matrimonio combinato con quel cretino di Ken (anche se è un bel fusto, lo ammetto) però mica si può lamentare!
Lei dice che io faccio la bella vita e non lavoro?
Non è vero! Io lavoro eccome! Ma se l’immagina quanto è faticoso organizzare tre cocktail party a settimana, dovere preparare la lista di tutti gli invitati (poi ci pensa la mia addetta alle telefonate a chiamarli), e poi dover rispondere alle domande dei centinaia di addetti alla preparazione della festa?
Io sto lì tranquilla, nella mia vasca da bagno, dopo aver faticato mezz’ora per riuscire ad attivare l’idromassaggio, e dall’altra parte della porta mi chiedono cose del tipo:

“Scusa Paris, ma devo ordinare 600 bottiglie di Martini o solo 550?”
“Scusa, Paris, ma è consigliabile invitare sia Tom Cruise che Nicole Kidman, visti i precedenti?”
“Mi scusi, miss Hilton, ma quale vestito devo far ritirare dalla sartoria, il Versace comprato ieri o il Valentino che ha messo alla festa di una settimana fa?”

Sono domande difficili, perdindirindina! Ma io sono costretta a rispondere.
Tutti dicono che non lavoro, ma lei lo sa che fatica andare in giro tutto il weekend a fare shopping, che poi magari una si confonde e compra pure due vestiti uguali!
E la scelta su quale, tra le duemilassettecentoquaranta scarpe nell’armadio, mettere la mattina, non è uno sforzo?
E poi sono pure costretta a rilasciare decine di interviste. Non lo chiamate lavoro, questo?

Ho fatto un sacco di lavori pesanti, io: lo spot per quel cavolo di telefonino che è andato in onda anche in Italia, le sfilate di moda (che c’avevo i calli ai piedi a furia di fare avanti e indietro in passerella), il calendario (vorrei vedere voi a stare nudi con gli spifferi che entrano dalle finestre!). Ho anche recitato in un film (era un horror, se non sbaglio).
La mia vita è molto stressante, che crede?
Ad esempio il sabato di ogni settimana il mio avvocato viene da me per farmi firmare delle carte. Io firmo le carte e il giorno dopo scopro che il mio conto in banca è cresciuto. Sì, a me sta bene, ma la mia povera mano che deve firmare ogni sabato rischia di farsi venire seri problemi alle articolazioni!
Insomma, nessuno mi capisce.
Dicono che sono stupida. Non è vero! Anch’io leggo, ogni tanto. A me piacciono tantissimo le riviste di moda femminili, quelle dove ci sono solo fotografie e pubblicità, senza quella scocciatura delle parole. Io so di essere intelligente. Una volta un tizio mi ha fatto una domanda difficilissima, credo che mi ha chiesto quanto fa 2 + 2. E io gli ho dato la risposta giusta! Che gliene pare?
Ma poi arrivano gli sbruffoni come lei che fanno i moralisti e sono pronti a sparare a zero sulla povera gente come me che si deve fare un culo così per arrivare sana di mente a fine mese!
No, non è giusto. Così ho dato mandato al mio avvocato di querelarla. Sì, signor Catanzaro dei miei stivali, ha capito bene: que-re-lar-la! Così le tolgo dalle labbra quel sorriso sornione e le faccio chiudere il suo blog patetico in 24 ore. Basta che faccio una semplice telefonata dal mio carcere di massima sicurezza e lei è un uomo finito.
Siccome sono molto corretta prima di porre fine alla sua miserevole e anonima vita facendole pagare un risarcimento danni per aver leso la mia immagine, ho pensato di avvertirla scrivendole questa lettera.

Indistinti saluti,

Paris Hilton

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