martedì 27 maggio 2008

Indiana Jones e il salto della fede

In “Indiana Jones e l’ultima crociata” (1989) di Steven Spielberg, Harrison Ford è alla ricerca del Santo Graal, il calice da cui il Cristo bevve durante l’ultima cena.
In una delle scene finali del film, Indy deve recuperare il calice (che si pensa abbia proprietà guaritive) in tempo per salvare il padre (Sean Connery) ferito a morte dai nazisti.
Dopo aver superato varie prove, si ritrova di fronte a uno strapiombo che lo separa dal luogo dove è custodito il Graal. Tra lui e la salvezza del padre ci sono una trentina di metri di vuoto. Come riuscire a passare dall’altra parte? La leggenda indica che quello è il sentiero di Dio. “Solo saltando con un balzo egli dimostrerà il suo valore.” Indiana Jones è scettico: davanti a sé non vede alcun sentiero. C’è solo il vuoto: saltare e rimanere vivi è impossibile.
Poi però ha come un’illuminazione: “E’ un balzo della fede,” sussurra. Il padre, in fin di vita, sapendo che il figlio si trova di fronte allo strapiombo, ripete tra sé: (come se le sue parole potessero raggiungerlo) “Devi credere, figlio mio. Devi credere.” E’ allora che Indiana Jones capisce: La fede non è altro che un salto nel vuoto. Il credente salta sapendo che Dio non lo lascerà cadere, ma lo abbraccerà. Egli non vede Dio, vede solo il vuoto, eppure decide di saltare, di affidarsi, di credere.

Così, Indy chiude gli occhi, si mette una mano sul cuore, e porta la gamba in avanti. Ed è quando mette il piede nel vuoto che appare dal nulla un sentiero invisibile, che lo sostiene. Ed egli può avanzare, camminare su questo sentiero che gli occhi non sono in grado di vedere ma che il cuore è stato in grado di percepire. Arrivato dall’altra parte, recupererà il Graal salvando il padre.
Di fronte ai dubbi che l’esistenza ci pone innanzi ogni giorno, di fronte al vuoto apparente che ci spaventa e ci separa dalla conoscenza di noi stessi e dal raggiungimento della felicità, abbiamo una scelta da compiere. Possiamo rimanere fermi a contemplare il vuoto, paralizzati dalla paura. Oppure decidere di saltare, pur non vedendo nulla davanti a noi. Perché sappiamo che Dio è lì, invisibile ma presente, e non ci farà mai cadere nell’abisso.



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