giovedì 18 gennaio 2007

Il Codice Da Vinci e il non lettore

Basta poco per capire la conoscenza letteraria di una persona. Ad esempio, domandarle qual è il suo romanzo preferito.
Un tizio cui è stata posta la domanda ha risposto: “Il codice Da Vinci”. La sua risposta mi dà la certezza quasi matematica che questa persona abbia letto dai tre ai sei libri in tutta la sua vita.
Perché? Ragioniamo.
Una persona che sia abituata a leggere, che ami la lettura e che abbia un minimo di conoscenza letteraria, avrà letto Dostoevskij, Pirandello, Wilde, Hesse, Balzac, Christie, Goethe, Flaubert, Conan Doyle, Dickens, Simenon, Kafka, Joyce, Tolstoj… (per citare alcuni nomi a caso).
Chi, avendo letto le opere immortali di questi grandi autori, preferisce loro “Il codice Da Vinci” di Dan Brown?
Ora, io non contesto il fatto che il libro di Brown possa piacere. Contesto il fatto che possa essere considerato da molte persone come “il libro preferito”!
Intendiamoci, il suddetto romanzo è scritto bene, si legge che è un piacere, è anche intrigante pur nella sua ostinata volontà di far apparire assolutamente vero ciò che è quanto meno implausibile. Ma ci si ferma qui, potendo elencare decine di romanzieri più bravi di Brown e decine di romanzi più appassionanti della sua fatica.
Anche se dovessimo paragonarlo ad autori contemporanei impallidirebbe al cospetto di Connelly, Lehane, King, Follett, Grisham, Crichton, Coe, Hornby, Baricco, Eco, Coelho, Ellroy… (tutti autori abbastanza “commerciali”).
C’è di più. La scelta del titolo non è affatto casuale. “Il codice Da Vinci” è il libro più venduto degli ultimi tre anni. Ha venduto milioni di copie. Tutti ne parlano.
Ecco dunque svelato l’arcano. La stragrande maggioranza di coloro che hanno comprato il libro di Brown fanno parte di quella diffusa cerchia di non-lettori o lettori occasionali, che comprano un libro all’anno, quando va bene.
Se dovessimo tracciare un identikit del non-lettore giungeremmo ai seguenti risultati.

Trattasi di individuo poco abituato a leggere, che ignora i grandi testi narrativi, classici e contemporanei, ed ha una preparazione culturale (circoscritta alla letteratura) limitata alle esigue esperienze scolastiche.

Quando tale individuo decide di comprare un libro, non acquista il romanzo dell’autore preferito (perché non ne ha) né si lascia guidare nella scelta da criteri artistici o critici. Non avendo infatti una preparazione ed una struttura culturale adeguata, e volendo andare sul sicuro, non può che lasciarsi guidare nella scelta da qualcun altro, o da qualcosa d’altro, quello che è il suo punto di riferimento culturale.
Il punto di riferimento culturale di tale individuo non può che essere la televisione, e in generale il mondo dei mass-media.
Avendo la televisione lo straordinario potere di soggiogare le menti di chi è facilmente influenzabile, gioco forza tale individuo sceglierà ciò che la televisione avrà scelto per lui (ma in tal caso si può ancora parlare di scelta?).
Se il tubo catodico non fa che parlare del “Codice Da Vinci” di Dan Brown, del fatto che ha battuto il record di vendite, del fatto che tutti devono comprarlo, del fatto che è il fenomeno editoriale dell’anno, e via discorrendo, l’individuo è invogliato a comprarlo, perché “va sul sicuro” poiché “segue la massa”.
A meno che non abbia la consapevolezza di avere un cervello, e non scopra la meravigliosa capacità di usarlo. E nell’usarlo si decida a scegliere un libro “che può piacere a lui” piuttosto di uno “che piace alla massa”.
(Per la cronaca, anch’io ho letto “Il Codice Da Vinci”, sennò non ne potrei parlare. Però me lo sono fatto prestare da una delle milioni di persone che l’hanno comprato.)
Ma torniamo a quella persona. Il fatto che per lei “Il codice Da Vinci” sia il romanzo preferito, oltre a denotare la sua scarsa familiarità con la lettura, denota anche il suo asservimento alla tirannia intellettuale dei mass-media e la sua dipendenza dal flusso omogeneo della massa, laddove per massa si intende un gruppo di persone, definibili anche col termine di pecore (senza offese per le persone, e per le pecore), che hanno deciso di perdere la propria individualità e la propria capacità di raziocinio.

Il riassunto logico del concetto è il seguente:

1)
Se io compro un libro all’anno voglio andare sul sicuro.
2)
Per andare sul sicuro seguo la massa.
3)
Se la massa compra “Il codice Da Vinci” io comprerò “Il codice Da Vinci”.
4)
Avendo letto altri tre libri nella mia vita (per i quali tra l’altro ho seguito lo stesso criterio di scelta) alla domanda “qual è il tuo romanzo preferito” non potrò che rispondere “Il codice Da Vinci”.

Tale criterio è applicabile anche al cinema e al non spettatore.
Ogni riferimento a chi va a vedere un solo film all’anno e sceglie “Natale a New York” (o a Ginevra o a Honolulu o a Canicattì…) non è puramente casuale.
Passo e chiudo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Mmmm...post interessante, condivido...anche se sono un non lettore, non conosco le opere della maggior parte di quei autori :( :( mmm...magari mi servirà da stimolo ed arricchirmi del loro pensiero ;) Ciauuu